Push-up Girls

Prima io, donna, che abito il mondo!

Tutto è cominciato con una domanda semplice, nata nella quotidianità di via Carbonia 3, nel cuore di Quarto Oggiaro:
“E se ci prendessimo un’ora per noi?”

Un tempo piccolo ma potente, per mettere in pausa il carico quotidiano, i pensieri, le responsabilità familiari. Così è nato uno spazio: tutto al femminile, multiculturale, accogliente.

Un luogo dove donne provenienti da Perù, Egitto, Italia, Marocco, Bangladesh, Congo e Filippine hanno cominciato a incontrarsi, ascoltarsi, sostenersi.

È nato così Push-up Girls, un percorso promosso da Dar Casa all’interno delle attività di sostegno alla genitorialità del progetto QuBì Carbonia 3, realizzato con il contributo del Municipio 8 del Comune di Milano.

Il nome è già una dichiarazione d’intenti: Push-up, come il gesto di sollevarsi a vicenda. In cerchio, settimana dopo settimana, le partecipanti hanno condiviso parole, silenzi, cuciture, creatività. Finché è emersa l’idea di portare fuori quel sentire comune: una sfilata collettiva, come gesto pubblico e politico di visibilità, celebrazione e bellezza.


da un’idea

Push-Up Girls

regia

Giusy Gargano

BOMBE DI SEMI

Marta Sgarra

musiche

Luca Sartori e Riccardo Bianchi

FOTO/INTERVISTE

Sara Lemlem


Il 21 giugno 2025 il sogno ha preso forma. Le donne di Push-up Girls sono diventate protagoniste di una performance itinerante –guidata da Giusy Gargano, regista e performer e anche lei giovane abitante di Carbonia3 – che ha attraversato il quartiere da via Carbonia 3 fino al parco di Villa Scheibler, coinvolgendo anche altri gruppi di donne del quartiere.

Su un tappeto rosso steso nel cortile, ogni donna ha sfilato indossando l’abito in cui si sente bene, accompagnata dalle note di “Girls just want to have fun” e dalle altre musiche scelte dalle partecipanti.Il corteo si è trasformato in un’azione scenica collettiva, fatta di passi, sguardi, suoni, gesti simbolici. Al centro del parco, ad accogliere il gruppo, un momento di parola e memoria: testi scritti da donne, letti e danzati perché non siano dimenticati.

Insieme alla performance, anche un gesto poetico potente: le “bombe di semi” realizzate nei laboratori guidati dall’artista Marta Sgarra, giovane abitante di Carbonia 3.

Ogni bomba conteneva un desiderio, un’intenzione, un sogno custodito da ciascuna donna e rilasciato nella terra, come seme da cui far nascere futuro. Un rito semplice e intenso per ricordare che ogni desiderio merita spazio e cura.

L’intero pomeriggio è stato una festa corale: si è aperto con lo spettacolo teatrale Home Sweet Home di e con Roberta Paolini, seguito da giochi per bambini, un aperitivo condiviso e musica organizzata insieme agli abitanti di Carbonia. Il racconto è stato documentato dalla videogiornalista Sara Lemlem, con colonna sonora curata da Luca Sartori, supporto di Riccardo Bianchi, e il coinvolgimento prezioso del gruppo giovani di Carbonia 3.

Fondamentale è stato il sostegno delle educatrici della rete QuBì 8, EvelineLucia e Beatrice, che hanno accompagnato il progetto fin dai suoi primi passi e grazie alle quali sono stati coinvolti altri gruppi di donne del quartiere.


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